
Il trading online è una realtà sempre più diffusa anche nel nostro Paese. Nell’epoca degli interessi prossimi allo zero sono sempre di più coloro i quali decidono di assumersi qualche rischio in più per poter spuntare rendimenti interessanti ed evitare che i propri risparmi si deprezzino sul conto corrente bancario. Chi lo fa deve però guardarsi con molta attenzione dai tanti truffatori che hanno eletto la rete a luogo ideale per le proprie azioni.
Trading online: attenzione ai broker
Quando si
decide di investire online, il primo atto è quello relativo alla scelta della
piattaforma con cui operare. Si tratta di un punto delicatissimo, in quanto
ormai da anni le autorità predisposte al controllo del mercato sono costrette a
pubblicare liste nere contenenti centinaia
di nomi di broker che hanno truffato
i propri clienti, facendone scomparire i soldi versati per l’apertura degli
account.
Prima di sceglierne uno, quindi, si consiglia di verificare che sia in possesso
delle regolari autorizzazioni ad operare rilasciate ad esempio in Italia da Consob ed in altri paesi
da organi equivalenti.
Ma le truffe non sono legate solo ai broker: pensiamo al caso di Profits25, realtà francese che propone
agli utenti di guadagnare online attraverso un complesso sistema di acquisto di
coupon; ed ancora a Profit
Maximizer, software
automatico o robot di investimento che sarebbe in grado di generare
guadagni ma che in molti hanno descritto come una truffa.
I robot per il trading
Quante volte
sulla nostra casella di posta
elettronica arrivano comunicazioni da parte di semplici persone che
sostengono di aver svoltato la propria vita e ora si trovano in una spiaggia da
favola, mentre il metodo da loro vantato provvede a rendere sempre più pingue
il conto in banca?
Il metodo in questione sarebbe un software che individuerebbe le occasioni di trading per sfruttarle in
automatico. Proprio un robot come quello cui si faceva riferimento sopra.
Anche in questo caso si tratta di una potenziale
truffa: nessun robot è in grado di assicurare questi guadagni, anche nel
caso in cui esso esista realmente e non sia il classico specchietto per le
allodole.
Exchange: a volte la truffa è dietro l’angolo
Infine,
occorre segnalare gli exchange, ovvero i cambiavalute che
operano online. Se alcuni sono seri e assolutamente funzionali all’economia digitale, altri hanno
dimostrato all’atto pratico di essere esclusivamente delle clamorose truffe.
Nel corso degli anni più di una struttura delegata alla conversione delle criptovalute in monete flat e viceversa è
fallito, evocando come causa un attacco di pirateria informatica. Il caso di
Mt. Gox, società che operava da Tokyo e
aveva una quota del 21% dell’intero comparto, è emblematico. Secondo molti addetti ai lavori, infatti, non ci
sarebbe alcun attacco hacker dietro gli eventi, ma soltanto una semplice
truffa, che ha coinvolto svariate migliaia di persone in ogni angolo del globo
facendone sparire i soldi nel breve volgere di pochi minuti.